martedì 22 gennaio 2013

First Impressions of Earth


I primi tre giorni in terra sudamericana li abbiamo trascorsi a Lima.

E' stata un'esperienza grandiosa, a dispetto di quanti ci avevano ammonito sul fatto che questa città enorme fosse priva di interesse e anche pericolosa.

E' vero, siamo stati molto fortunati. La ragazza che ci ha ospitato, Illariy, si è rivelata essere una persona fantastica. Con la sua passione per le foto, la voglia di conoscere gente e di dare tutto l'aiuto possibile ci ha dato veramente una grossa mano ad integrarci nella mentalità 'limena'.

a resume of our adventures in Lima (English)

Il primo giorno l'abbiamo passato in Plaza San Martìn, dove si svolgevano le celebrazioni per il 478o anniversario della fondazione della città. C'era tanta gente nei costumi tradizionali, canti in lingua quecha, balli tipici e tantissimi ragazzi che si sono avventati su Angie per avere l'onore di tomarse una foto con la rubia, farsi una foto con la bionda, merce rara da queste parti a quanto pare!!

Dopo aver scolato numerose birre con un flautista proveniente dalla Sierra, la parte andina del Perù, ci siamo trasferiti a casa di Illariy, un piccolo loft nel quartiere di Barranco. Per dare un'idea, il quartiere è un po' come il Pigneto di Roma, solo che molto più centrale rispetto alla città, e soprattutto, sul mare.

Poiché era sabato, Illariy ci ha invitato subito a uscire con lei e i suoi amici, e ci siamo ritrovati in un locale rock di Miraflores, dove abbiamo ascoltato musica fino all'alba, bevuto svariate cholas, le birre del luogo, e discusso delle differenze tra le nostre vite e quelle dei giovani qui con i simpatici amici di Illa - non so bene come, ma pare che riesca già a esprimermi discretamente in spagnolo.

Il giorno dopo è stato dedicato al riposo, abbiamo offerto un ristorante di pesce alla nostra ospite e abbiamo mangiato dei saporiti piatti tipici come il ceviche, un misto di frutti di mare al limone e peperonicino, e il tiradito, di cui il mio occhio non ha capito molto la consistenza ma il palato ha apprezzato il risultato. Nel pomeriggio abbiamo dormicchiato nel salone di Illariy per riprenderci dal jet-lag non ancora smaltito, facendoci cullare dai caldi raggi del sole che passavano dai finestroni aperti.

Ieri pensavamo di partire, ma l'atmosfera di Lima ci era piaciuta talmente, e avevamo visitato così poco in realtà, che abbiamo deciso di stare un altro giorno, con il placet della nostra amiga peruana. Così abbiamo pranzato sul lungomare con un'altra ragazza conosciuta sul sito di couchsurging, Vanessa, una giornalista che ci ha raccontato tanti aneddoti interessanti sulla cultura peruviana che senz'altro approfondirò in un prossimo articolo.

Nel pomeriggio siamo andati nel centro storico. Ci siamo spostati tutto il giorno in combi, dei minibus pa-zze-schi tutti colorati che ai miei occhi inesperti di America latina hanno fatto subito pensare a Cuba. Porte sempre aperte per imbarcare più gente possibile, addetto all'imbarco che strilla per informare i pedoni sulla direzione del bus e sul numero di posti liberi all'interno (che secondo lui sono sempre cento volte superiori alla realtà), ritmi di cumbia che si propagano senza sosta dagli altoparlanti scassati, guida mortale da parte degli autisti, che non conoscono strisce, né semafori, né freni, e sembrano utilizzare il clacson per significare qualsiasi cosa.

Il centro di Lima offre dei bei monumenti coloniali in stile barocco, come la cattedrale, il palazzo dell'arcivescovo e il monastero di san Francesco, però è stato perderci nelle viuzze e farci aiutare dai sorridenti e molto disponibili abitanti della città che ha reso effervescente la nostra giornata. 
Abbiamo concluso in bellezza in un ristorante spartano, dove ci siamo ingozzati di delizie vegetariane del tutto incomprensibili - tra l'altro, abbiamo deciso che i succhi di frutta fresca peruviani spaccano.

Adesso prendiamo un torpedone alla stazione e ci dirigiamo 250km a sud, nella cittadina di Paracas.

1 commento:

  1. Che bello essere immersi nel clima peruviano, anche a distanza di migliaia di chilometri, grazie per farci provare , in parte, le sensazioni che provate voi! Raccontateci tutto, mi raccomando. Vi seguo sempre.
    Il vostro tormento

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